L’inverno 2021-2022 è stato un inverno con pochissime nevicate.
Col senno di poi, l’aver organizzato questo viaggio è stata davvero una manna dal cielo, sia per l’esperienza in sé, sia per il fatto che questa è stata l’unica neve “surfata” quell’inaspettato inverno.
Tutto ha avuto inizio una sera di dicembre, quando ricevetti un messaggio da un mio amico. Il messaggio mostrava un post di una guida alpina che proponeva un viaggio nell’estremo nord, a 400 km dal circolo polare artico sull’isola di Tromsøya, famosa per essere circondata dalle vette conosciute come Alpi di Lyngen.
Dopo il vaglio di alcuni preventivi di guide alpine che organizzano viaggi su quel territorio, trovammo proprio ciò che faceva per noi.
Ed è così che ad inizio aprile ci siamo ritrovati su un aereo di Winderoe in volo verso queste magiche terre sconfinate.
un villaggio di pescatori inculcato in un fiordo ad est di Tromso, dove le montagne hanno un aspetto più alpino rispetto alle colline che circondano Tromso.
Quella sera stavamo mangiando e sognando le gite dei giorni successivi, quando, dal balcone sentimmo urlare “Venite fuori! Uscite a vedere!”. Ed eccola lì: la mia prima aurora boreale!
Perché è stato un evento così speciale? Perché quell’aurora boreale era totalmente inaspettata considerando il periodo.
Era infatti inizio aprile e, normalmente, quello non è il periodo perfetto per osservare l’aurora. Eppure, eccola lì, davanti a noi.
I giorni seguenti rimarranno per sempre indelebili nei nostri ricordi per la bellezza dei posti, per la qualità inaspettata, quanto desiderata, della neve e per quella che avremo capito presto essere una fortuna incredibile: un tempo perfetto.
Niente vento e niente nuvole. Incredibile!
Condizioni atmosferiche che, dal terzo giorno, avremmo capito quanto fossero state fortunate e fuori dal comune per il posto dove ci trovavamo.
Ricordo nitidamente la terza giornata di Skialp, una giornata nella quale avremmo dovuto affrontare due vette. Saremmo arrivati ad un colle alla cui destra, si sarebbe palesata una vetta bellissima, ripida e con tantissimi accumuli nevosi, e alla sinistra una vetta più “panettosa” ma molto “giocosa”, soprattutto per la mia tavoletta.
Quel giorno arrivammo in cima alla seconda delle due vette per pura fortuna, con il vento più forte che il mio corpo sia in grado di ricordare e con una temperatura di meno 25 gradi, quasi insostenibile.
Il tutto contornato da neve che arrivava da sopra, da sotto, di lato. Dappertutto.
I giorni seguenti furono un susseguirsi di panorami inimmaginabili, neve polverosa e solo nei tratti più esposti a sole e vento un po’ crostosa.
In molti momenti non è stato affatto facile, ma comunque ne è sempre valsa la pena.
Una menzione speciale va sicuramente ai miei compagni di viaggio, dei veri amici con i quali la condivisione di tutto questo non ha fatto che rafforzare un legame che ad oggi sento e so che è fortissimo.
A loro dedico questi due ritratti.
Quello in Norvegia è un viaggio da provare per capirne e apprezzarne la bellezza.
I momenti condivisi nella natura che ci circonda è tutto quello che di più bello possiamo avere.