Fotografo da moltissimi anni, ma per arrivare a fare una fotografia in bianco e nero, che per me fosse accettabile, è passato davvero molto tempo e ci è voluta molta pratica.
Molti pensano che la fotografia in bianco e nero sia semplice da fare.
In tanti sostengono che fotografare in bianco e nero sia un modo per assicurarsi una foto molto bella in modo semplice e veloce.
Ecco, per me non è così.
Con la fotografia in bianco e nero il ragionamento inizia, almeno per me, in modo totalmente diverso.
Mi sono avvicinato per la prima volta a questo tipo di fotografia con la mia Yashica FX3, una macchina analogica della quale ho parlato in questo articolo e raccontato l’esperienza in questo video.
Il mio primo rullino fu un rullino in bianco e nero. E dato che stiamo parlando di un classico rullino 35 mm avevo a disposizione 36 pose.
Mi sono imposto di non sprecare nessuna di queste pose.
Ho iniziato a ragionare ogni fotografia con grande attenzione.
Ho immaginato la luce, ho cercato la composizione migliore e ho ragionato in scala di grigi.
Presto capisci che un campo di grano dorato con un cielo grigio scuro al di sopra non è un soggetto semplice, e capire come usare al meglio la luce per rendere bene il contrasto è una sfida molto stimolante.
Mi sono accorto che era un modo totalmente nuovo di creare l’immagine.
Da quel momento ho iniziato a fotografare molto spesso in bianco e nero impostando la visualizzazione sulla mia macchina mirrorless con questi parametri. Scattando sempre in RAW il colore lo posso recuperare quando voglio ma in questo modo mi aiuto a capire meglio la scala di grigi e la luce. Inoltre così facendo mi concentro meglio sulla composizione e sul soggetto.
In questo articolo voglio raccontare la mia idea di fotografia in bianco e nero che funziona, grazie a tre immagini.
Soggetto in risalto
Quando decidiamo di scattare in bianco e nero la nostra attenzione sarà posta sul soggetto da immortalare.
Dopo molta pratica ho capito che il bianco e nero mi aiuta a non distrarmi.
Mi spiego meglio.
Se ho un soggetto in un ambiente abbastanza neutro la cosa che noterò da subito sarà proprio il mio soggetto.
Se ho altri elementi di disturbo, ovviamente, la mia attenzione sarà “rapita” da questi elementi.
I colori in tutto questo giocano un ruolo davvero importante.
Noi fotografiamo grazie alla luce, che ci permette di identificare il nostro soggetto, di rendere al meglio un’espressione o una scena.
In quest’immagine, creata nella metropolitana di Milano, cercavo di rappresentare un concetto, ovvero la solitudine in un ambiente caotico.
Attraverso il finestrino di questo vagone si vedono tante persone stipate in un ambiente davvero piccolo.
Ognuna di queste persone è impegnata in qualcosa, cerca un modo di distrarsi in una situazione pesante (questa è la mia interpretazione, per ognuno di noi è soggettivo).
Poi c’è il ragazzo che osserva, ed è l’unico ben illuminato, l’unico che si accorge della mia presenza.
A me questa fotografia racconta qualcosa, e la luce del bianco e nero fa proprio risaltare ciò che mi interessava cogliere. L’isolamento auto creato in mezzo al caos.
Linee precise
Ci sono dei giorni in cui le città ispirano molto la mia fotografia.
In uno di questi giorni mi trovavo a Torino.
Intorno all’ora di pranzo decidiamo di fare un aperitivo. Ci troviamo sul lungo Po’ e la giornata è bellissima. Il sole splende ma non fa troppo caldo, siamo in pieno autunno.
Mentre ci dirigiamo verso un bar passiamo su un ponte.
Ed è qui che noto un arco del ponte che si specchia sull’acqua che scorre tranquilla sotto di lui.
Questa foto è per me un gioco di intrecci. Mi piacciono molto le simmetrie e le linee che aiutano lo sguardo nel creare forme.
Ma come potevo farlo vedere a chiunque? Come facevo a rendere al meglio ciò che ho visto?
Mi concentro su una porzione di ponte molto limitata, in modo che potesse essere ovunque quel luogo. Cerco di cogliere tutti gli intrecci di linee che noto.
Decido di far risaltare il più possibile il riflesso che l’acqua crea sulle pietre che costruiscono il ponte.
Come farlo? Mi immagino il tutto in scala di grigi, e secondo me funziona.
Click.
Ciò che avevo in testa si palesa al meglio in bianco e nero.
A colori le linee riflesse nell’acqua si perdono nell’azzurro del fiume, ma così non ci sono distrazioni e le linee risaltano.
Il momento presente
A inizio settembre sono stato invitato a partecipare ad una settimana di scambio culturale legato al mondo del cibo e alla sua sostenibilità (Summer Campus di Eating City) in Francia, nelle campagne vicino a Parigi.
Durante questa settimana abbiamo fatto molti incontri con professionisti nel mondo del cibo, persone che si occupano di sostenibilità in più ambiti e in luoghi del mondo molto distanti e diversi tra loro.
In quei bellissimi giorni ho avuto l’opportunità di conoscere molte persone. Ognuna di queste persone nel suo piccolo, cerca di portare dei cambiamenti nel proprio mondo, e creare qualcosa di buono per la propria comunità.
Io l’ho vissuta come una settimana di crescita immensa, si sono create delle amicizie e ho scoperto tanto.
L’atmosfera era stupenda, non c’era inquinamento luminoso e l’unica luce era quella tremante della legna che bruciava.
La luce del fuoco è una luce calda e in movimento, pertanto ha intensità luminose differenti, e questo, in una lunga esposizione può creare problemi.
Volevo raccontare questo falò nel migliore dei modi.
Stavamo ballando, e ognuno interpretava quel momento a modo suo.
Tutti si muovono velocemente seguendo la musica.
Al centro della scena noto questa ragazza, che ad occhi chiusi, vive il momento presente in modo diverso dagli altri.
Tutto intorno a lei si muove con frenesia, dal fuoco che si muove al vento, alle persone che le ballano intorno. Ma lei si lascia trasportare lentamente dalla musica e dalle sue vibrazioni. È concentrata su se stessa e sul suo momento.
Cerco l’inquadratura migliore e scatto, tutto dura pochi secondi.
Questa foto vista a colori è sbagliata.
È una fotografia sovraesposta in più punti, la lunga esposizione ha creato degli errori.
Ma la scena non è in posa, non è possibile replicare quell’istante.
Decido di ragionarla in bianco e nero, e così le luci prendono un senso.
Regalano quel movimento che nella realtà era evidente, e lei al centro dell’immagine è resa ferma e fedele alla realtà.
Queste 3 fotografie rappresentano degli esempi perfetti per capire quando, per me, ha senso usare il bianco e nero nella fotografia.
Una cosa che faccio giornalmente per migliorare il mio occhio sul bianco e nero, è guardare tantissime fotografie.
Studiare i grandi fotografi, che col bianco e nero hanno raccontato le loro storie, è sicuramente il modo migliore per migliorarsi e continuare a cambiare il proprio punto di vista.
È l’unico modo che abbiamo per imparare nuovi modi di comunicare, e per poter scegliere la forma migliore di comunicazione in base alle circostanze e al messaggio che vogliamo trasmettere.