La fotografia Fine Art e la stampa Fine Art sono due cose diverse, ma insieme vanno a completarsi creando un lavoro Fine Art.
Le definizioni di questo mondo sono molte e tutte molto soggettive. In questo articolo parlerò di ciò che è per me il mondo Fine Art.
Ogni volta che scatto una foto mi piace riuscire ad esprimere qualcosa. Non sempre ci riesco ma, le foto con le quali sono riuscito in questo, sono ben impresse nella mia memoria.
Il lavoro del fotografo può dividersi in 2:
- Il fotografo che ricerca un’immagine da vendere (foto di pubblicità, moda,…). In questo caso l’immagine ha come fine generare delle vendite, deve essere bella e accattivante ma il suo lavoro termina lì.
- Il fotografo che scatta per esprimere qualcosa di molto preciso che sente di dover raccontare. Questo lavoro sarà volto a passare a chi osserva la fotografia un’emozione. L’immagine ritratta non ha una scadenza, è sempre attuale. In questo caso il fotografo sta diventando un artista.
Questo deve essere fatto senza avere delle influenze esterne, o quantomeno ridurre al minimo queste influenze. Bisogna raccontare ciò che si vede nel modo migliore per passare quell’emozione, quella sensazione a chi osserverà l’immagine.
Ed eccoci arrivati al collegamento che c’è tra fotografia e stampa fine art.
Per passare al meglio questa sensazione ricercata nella foto, bisogna far sì che l’osservatore possa vedere lo scatto esattamente come è nella testa del fotografo.
Il fine di una stampa fine art è dare vita a quel processo finale così importante. Dar vita in senso tangibile alla fotografia. Il fotografo potrà scegliere il tipo di carta sulla quale stampare, il tipo di grana della carta, il colore. Tutto questo sarà volto a rendere la stampa vera, reale, ben visibile, dettagliatamente corretta e duratura nel tempo. Le carte usate per la stampa hanno garanzie di durata tra i 140 e i 200 anni senza perdere qualità.
Per spiegare meglio questo passaggio voglio parlarvi di un’esperienza che ho provato con una mia fotografia fine art.
Di ritorno da un viaggio, che mi ha lasciato molto dentro, volevo avere sempre a portata visiva una determinata foto che, oltre a passarmi una sensazione, rendeva quella sensazione viva attraverso gli altri sensi. Lanciava qualcosa nella mia mente.
La foto di cui vi parlo è uno scatto fatto ad un tratto di roccia in un Siq di Petra. Questa roccia ha tantissime tonalità di rosso ed al tatto è ruvida, con tanti puntini che al passaggio della mano fanno un effetto grattugia. Nel momento in cui l’ho scattata ero in piena scoperta e ricerca di qualcosa di bello. Ero focalizzato nel momento presente e questo mi regala tranquillità.
Quella fotografia mi riporta esattamente su quei sentieri scoscesi, a quella luce mista di ombre create da Siq imponenti.
Con la sua stampa il risultato è stato talmente reale che a guardarla sembra di avere davanti quel pezzo di roccia ruvido e coloratissimo. Il concetto di ruvido è lampante e toccandola ti aspetteresti di sentire sotto le dita quell’effetto grattugia.
Questo per me è il senso di una stampa Fine Art che ha fatto il suo lavoro. Racconta una sensazione, racconta un attimo di vita in qualsiasi istante. E lo fa portando alla mente un tocco tattile reale. Per me quel tocco fa scaturire una serie di sensazioni che mi riportano esattamente in quel luogo a prescindere da dove sono realmente.
Una cosa che ricerco dalle esperienze che vivo è un mood, che diventa un ricordo da catturare e fare proprio.
Per me la fotografia Fine Art rappresenta la “cartella sul pc”, da aprire all’occorrenza, di quella precisa sensazione che è assopita dentro di me. Con quella foto rivive forte e chiara ogni volta che ne ho bisogno.
Per avere delle stampe Fine Art bisogna decidere di affidarsi a dei professionisti.
Io, ad Aosta, ho deciso di prendere come riferimento lo studio fotografico di Stefano Venturini. Ve lo lascio linkato qui nel caso voleste contattarlo.