Fotografie attraverso un continente – Transiberiana

Fotografie attraverso un continente – Transiberiana

Era l’estate del 2023, ero davanti al computer quando mi suona il telefono. 

Rispondo senza sapere che quella chiamata sarebbe stata l’invito a realizzare un sogno che avevo dentro di me fin da bambino.

Son sempre stato una persona curiosa e da piccolo mi capitava spesso di incantarmi davanti al planisfero che avevo in camera. 

Guardando quella palla cercavo di immaginarmi i posti che sfioravo con le dita. Per alcuni luoghi ci riuscivo, per altri mi veniva più difficile. 

C’era buona parte del planisfero che era occupato da un’unica terra, una terra varia con montagne, pianure, laghi,… nella mia testa era un luogo selvaggio e affascinante. 

A distanza di anni posso dire che non mi sbagliavo molto.

Questa terra era la Russia. 

Il mio desiderio era poterla attraversare tutta, vedere quei luoghi così diversi e distanti da me. Informandomi scoprii che esisteva una linea ferroviaria chiamata Transiberiana che da sola attraversava questo immenso Stato da Mosca a Vladivostok. 


A pensarci bene più che attraversare uno Stato attraversa un Continente.

Finalmente nel 2024 sono riuscito ad esaudire questo mio desiderio. Sono partito alla volta della Russia.

Questo viaggio mi è stato proposto da Andrea, un mio vecchio amico dai tempi delle superiori, un grandissimo fotografo e un’ottimo compagno di viaggio. 

Ma non eravamo soli, la Russia è un paese complicato da visitare, specialmente nel 2024 dopo 2 anni di guerra. 

Oggi per muoversi su suolo russo bisogna considerare che a causa delle sanzioni i conti correnti europei non funzionano e banalmente per comprare i biglietti del treno bisogna avere un appoggio in Russia. 

Ma componente più importante è la barriera composta dalla lingua e dalla cultura dell’uomo Russo. 

Per fortuna si è aggiunto a noi un ragazzo italo-russo, Valerio (il cui soprannome, dopo 3 settimane in Russia, è Valera), una persona incredibilmente scaltra e creativa.

Può così iniziare il nostro viaggio che proverò a raccontarvi attraverso una serie di fotografie.

1. Una sorella sulla via di Mosca

Arrivati a Mosca ci siamo incontrati in aeroporto con Valerio, venuto a prenderci con un’auto che sembrava uscita dal videogioco Need For Speed.

Da lì ci saremmo diretti verso Niznhy Novgorod, città nella quale ha vissuto per anni il nostro amico.

Dall’aeroporto di Mosca ci spostiamo verso il centro per vedere la città.

Partiamo dall’aeroporto che sta albeggiando, i colori sono incredibili, e l’emozione di essere finalmente all’inizio di un viaggio desiderato da anni è elettrizzante.

Mosca ha le arterie principali della città enormi, e i viali si perdono all’orizzonte. 

Mentre ci muoviamo su queste strade, svetta davanti a noi un edificio enorme. Costruito con un’architettura particolare, molto simile all’Empire State Building di New York.

È una delle 7 sorelle. 

Le 7 sorelle sono 7 edifici voluti da Stalin e costruiti tra la fine degli anni 40 e la fine degli anni 50. 

Erano edifici che dovevano rappresentare la forza e la bellezza della Russia Socialista.

Mentre vedo da lontano questo edificio iconico, prendo la mia macchina fotografica e scatto una fotografia. 

Una sorella sulla via di Mosca

A riguardarla oggi, rappresenta bene quello che stavo vivendo in quel momento. Un mix tra emozioni e incredulità dati dall’inizio improvviso di un viaggio che mi avrebbe spiazzato ogni giorno di più.

2. Amici e Topi

Arrivati a Niznhy, Valerio, ci porta a scoprire la sua città. 

Città alla quale è davvero molto legato, non solo per il luogo che rappresenta ma per le sue forti amicizie.

Grazie ai suoi amici abbiamo vissuto il nostro soggiorno a Niznhy in modo davvero autentico. Siamo riusciti a mischiarci con le persone del posto e vivere come loro per un giorno.

Un momento che mi rimarrà impresso per sempre è la serata passata a casa del fratello di Valerio.

Dopo una cena a base di cibo georgiano, entriamo in un palazzo con architettura brutalista. L’ingresso esterno è composto da una porta di ferro, e le scale dell’edificio sono strette.

Entrato nell’appartamento vengo colpito dal colore della carta da parati, una carta di colore beige che spegne e smorza tutta la luce della stanza. 

A creare delle ombre dai colori particolari è il soffitto, fatto in un modo che non avevo mai visto prima. È un soffitto bianco lucido, quasi specchiato. 

La musica è molto alta considerando che siamo oltre le 23.00. 

All’interno dell’appartamento ci sono più persone di quelle che potrebbero starci. Da subito noto un forte cameratismo tra i presenti.

Dato che avevamo appena fatto una cena tutti insieme, siamo già parte del gruppo e dopo un paio di minuti ci ritroviamo dei bicchieri in mano pieni di assenzio. 


Parliamo, ridiamo, brindiamo e mangiamo una torta di compleanno.

Vado in bagno e una volta uscito mi ritrovo un topo bianco sulla schiena. 

Il fratello di Valerio, Alessandro, ha 2 topi domestici in casa, 2 topi molto grandi. 

In questo momento decido di immortalare la scena. 

Amici e Topi

Mi ricorderò per sempre quell’atmosfera spensierata vissuta grazie a dei ragazzi che di pensieri ne hanno molti. Pensieri dati soprattutto dalla situazione che la Russia sta attraversando. 

I toni della serata cambiano solo quando mi raccontano di un altro loro amico che non ho potuto conoscere. Ora lui si trova sul fronte.

3. Vita in treno 

Da Niznhy prendiamo il treno che ci avrebbe accompagnato attraverso la Russia fino a Vladivostok. La famosa transiberiana. 

Le tappe erano ben organizzate, ogni 12-20 ore saremmo scesi dal treno per il tempo necessario a visitare città e luoghi importanti lungo la tratta. 

Saliamo sul primo treno. 


Ripenso a quando abbiamo parlato delle cuccette prima di partire. 
Valerio ci dice “per vivere la vera esperienza Russa ho preso i biglietti in terza classe, così siamo insieme alle persone”.

Appena metto piede sul treno mi vengono in mente quelle parole. L’odore forte di persone che vivono da ore insieme in uno spazio ridotto. Odore di cibo, umidità, calore, esseri umani. 

Tutto questo mi investe al primo passo. La visione è strana, non me l’aspettavo.

Cuccette e umanità

Dopo le prime ore mi sarei totalmente abituato, e quella sarebbe diventata la normalità.

Ricordo che la prima notte ho dormito molto. 

Eravamo partiti dall’Italia circa 40 ore prima, e in quelle 40 ore avevamo dormito 6-7 ore tra aerei e spostamenti in auto.

Mi addormento vedendo dal mio letto boschi di betulle scorrere davanti al treno. Ogni qual volta mi svegliavo vedevo le stesse betulle scorrere, come in una realtà onirica.

Durante quella prima tratta che ci divideva da Ekaterinburg ho scoperto che la linea telefonica sulla transiberiana è un’incognita continua.

L’unica certezza? Alle fermate del treno il telefono prende.

Per raccontare questo aspetto ho scattato questa fotografia. 

Vita in treno

Eravamo in una qualunque fermata in Siberia e le persone facevano sempre la stessa cosa. Il treno si ferma, si scende. 

C’è chi fuma, c’è chi passeggia, chi mangia, ma l’unica componente fissa è il telefono sempre tra le mani o all’orecchio.

4. Uscita della Metro

Una mattina ci svegliamo sul treno e scopriamo di essere in Siberia. 

Scendiamo nella stazione di Omsk. È la prima città che visitiamo che si trova effettivamente in Siberia. 

In questa città vive la mamma di Valerio, Elena.

Qui vivremo alcune delle esperienze più incredibili di tutto il viaggio, potete vedere i video sul canale YouTube.

Durante il primo giro in città mi rendo conto di quanto poco, da italiano, sapessi sulla Russia fino a quel momento. Eppure mi ero informato prima del viaggio, ma la Russia è così ti colpisce e ti spiazza un chilometro alla volta.

Arrivati in centro ci dirigiamo verso l’edificio della biblioteca.


Non saprei difinirlo da un punto di vista architettonico, ma sono sicuro che possa rappresentare bene un tipo di architettura che ho visto solo in Russia.

Cerco un modo per valorizzarlo e contestaulizzarlo al meglio.

Noto nei suoi pressi l’uscita di una metropolitana. Scendo le scale e capisco che la luce è frontale rispetto all’uscita del tunnel. 

Scelgo l’inquadratura e aspetto. 

Ad un certo punto vedo passarmi accanto una coppia. L’uomo è alto, con una corporatura massiccia, ed è vestito da vero russo, a completare il suo abbigliamento un colbacco. 

Aspetto che si posizionino nel punto migliore e click.

Uscita della Metro

Secondo me questa immagine racconta una parte di Russia moderna in modo preciso.

5. Un vero Siberiano

Durante questo viaggio abbiamo conosciuto molte persone. Ognuna di loro ci ha regalato ricordi indelebili.

Per me una di queste persone è sicuramente Sergey.

Sergey è il migliore amico del compagno della mamma di Valerio, Ruslan. Entrambi sono due uomini duri, due uomini che hanno vissuto molto e in modo intenso.

La nostra notte ad Omsk la passiamo nella casa di campagna di quest’uomo. Una Dacia classica che si trova ad un centinaio di chilometri da Omsk, in piena taiga. 


La cosa che più mi ha colpito di Sergey era l’assenza di fronzoli. Ci siamo trovati davanti una persona dura che in meno di 24 ore ci ha dato tutto quello che poteva darci. 

Ci ha fatto vivere l’esperienza della banja russa (una sauna tipica), ci ha preparato Borsch (una zuppa a base di barbabietola), ci ha fatto bere la vodka da lui preparata e ci ha portato a fare una passeggiata su un fiume ghiacciato insieme al suo amato cane.

Per raccontarvi Sergey ho scelto una fotografia che lo ritrae insieme a Linda (il cane).

Un vero siberiano

Quest’uomo ha da poco perso la moglie che era malata di cancro. L’anno precedente ha perso il padre, al quale, mi sembra di capire, era molto legato.

Buona parte di ciò che ha dentro l’ho visto nell’amore che ha verso il suo cane, un amore reciproco. Penso che questo sentimento traspaia bene da questa immagine.

Ricordo quelle due mezze giornate in modo molto chiaro e sono davvero grato a Valerio e sua madre per aver organizzato questo incontro. 

6. Notte insonne sul treno

Quando prendi posto nella tua cuccetta sul treno, dentro di te preghi per non avere persone fastidiose accanto. 

Noi abbiamo iniziato a pregare dopo aver conosciuto alcuni operai che usavano il treno per spostarsi. Uno di loro in particolare, di etnia mongola, è stato davvero pesante.

La Transiberiana è il mezzo di trasporto più economico per muoversi su territorio russo. Per questo motivo viene usato, anche per lunghe tratte, da lavoratori che devono spostarsi o tornare a casa dopo lunghi periodi fuori. 

Dato che puoi stare su quel treno per dei giorni, può capitare di trovare persone che bevono alcool dal mattino alla sera. 

Entriamo sul treno e su quelli che erano i nostri posti troviamo diverse persone sedute, intente a parlare, bere e mangiare. 

Fin qui una situazione del tutto normale. 

Si spostano per permetterci di fare i nostri letti ma rimangono comunque nel nostro lato della cabina.


Avremmo poi capito che sarebbero rimasti li tutta la notte a bere e parlare per non svegliare i loro compagni di viaggio che si trovavano nella cabina accanto.

Inutile dire che questa cosa ci ha dato molto fastidio, ma non volevamo avere problemi. Pertanto abbiamo sopportato fino alle 3 del mattino, ora nella quale ho cercato di comunicare con loro grazie a Google Translate, per chiedere se gentilmente potessero andare a dormire nel loro letto e sopratutto lasciassero dormire noi in pace. 

Purtroppo l’unico di noi che poteva parlare direttamente con loro era l’unico che dormiva sonni tranquilli, Valerio non si è accorto di nulla.

La mattina successiva ho deciso di immortalare per sempre la persona “peggiore” che ho incontrato in questo viaggio. 

Vi lascio qua sotto il suo ritratto ambientato.

Notte insonne sul treno

7. Pattinatrice sul Baikal

Una tappa fondamentale per chiunque compia la transiberiana è sicuramente il lago Baikal.

Il Baikal si trova nella regione della Buriazia, siamo vicinissimi al confine con la Mongolia. Questo è uno dei più grandi laghi dolci della Terra ed è il più profondo del mondo con i suoi (quasi) 1700 metri di profondità.

Arrivati alla stazione di Irkutsk incontriamo Irina, parente della famiglia di Valerio. 

Lei insieme ad un’amica ci accompagnano nel punto iconico del lago Baikal che dista a circa 300 km dalla stazione.

Per arrivare sulla famosa penisola della Shaman Rock, d’inverno, bisogna guidare sul ghiaccio per circa 40 km. 

Questa è un’altra esperienza incredibile che mi porterò dentro per sempre. 

Potete vedere il video dell’esperienza qui su YouTube.

Una volta giunti alla famosa roccia siamo scesi sul lago ghiacciato. 

Il viavai era incredibile, fuoristrada, i famosi furgoncini UAZ, gente in bici con le ruote chiodate, persone che camminano, hovercraft che fluttuano sul ghiaccio,… Il motivo di tutte queste persone mi è da subito chiarissimo, il lago Baikal è uno dei luoghi più incredibili nel quale io sia mai stato.


Un vero deserto ghiacciato.

Mentre cammino sul ghiaccio vedo in lontananza una figura che si muove in modo sinuoso. Scivola sul ghiaccio in modo perfetto. 

Mi avvicino e vedo che è una bambina che sta pattinando. Vado verso la madre, Alena, e sorprendentemente è una delle poche persone che ho conosciuto in Russia a parlare inglese. 

Le chiedo se posso fotografare la figlia e ne è felice.

In quel momento realizzo alcuni tra gli scatti di cui sono più fiero di tutto il viaggio. 

Pattinatrice sul Baikal

Il pattinaggio è uno sport nazionale molto importante in Russia, e vedere una ragazzina che pattina sul lago più iconico di tutta la Russia è stata davvero una fortuna grandissima.

Inutile dire che siamo rimasti senza parole.

8. Tatuaggio a Vladivostok

Ultima tappa della Transiberiana. Vladivostok.

Una volta arrivati l’emozione è tantissima.

Ci rendiamo conto solo in parte di quello che abbiamo fatto. Io me ne sto rendendo conto a distanza di giorni dal rientro in Italia. 

Abbiamo attraversato via terra un continente. 9288 km. 

Siamo partiti che eravamo in Europa e siamo arrivati a 100 km dal confine con la Corea del Nord, davanti a noi il mare del Giappone.

Un sogno che si realizza.


Decidiamo di imprimere per sempre questo momento, non solo nelle nostre menti, ma anche sui nostri corpi.

Scendiamo dal treno alle 17.00 del 12 marzo 2024 e alle 17.30 di quel pomeriggio siamo nello studio di un tatuatore nel porto di Vladivostok. 

Dalla finestra dello studio “Mikeneko Tatoos” vediamo una nave da guerra ormeggiata nel porto.

Tutto è surreale.

Tatuaggio a Vladivostok

Ci tatuiamo la scritta ТРАНССИБ che si legge TRANSSIB. È il modo colloquiale con il quale i Russi chiamano la Transiberiana. 

Il font che decidiamo di usare è quello usato dalle poste russe sui loro treni, nessun font ci sembrava più azzeccato di quello.

Nella mia testa sancisce il termine di un viaggio incredibile, fatto di tante risate, momenti stupendi, persone incredibili incontrate e luoghi magnifici visitati.

Per vedere altre fotografie realizzate in questo viaggio clicca qui e accedi alla galleria dedicata alla Transiberiana.